La Luna nel pozzo...
Scorgendo l'ombra di isole lontane, me ne immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti, tenuti in serbo per quando, dopo il medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza... [ Tiziano Terzani ' Un indovino mi disse ' ]
mercoledì 22 gennaio 2014
SENTIRSI NULLA
Ci si rende conto, a volte appena in tempo, di fermarsi e concedersi vita, vita allo stato puro, mi manca la mia solitudine disordinata, il mio restare ferma a pensare, senza dover condividere per forza i miei pensieri, senza dir nulla a nessuno, solo io e niente altro, ci si dimentica facilmente di quell'involucro di carta, di membrana sottile che ci separa dagli altri e a volte ci si fa sfondare l'anima per puro altruismo, poi, con calma, o con isteria blasfema, ciò che succede più spesso a me che non riesco ad essere il loto in persona, ci si riduce a recuperare i pezzi e con del vinavil ricomporsi.
Non mi sento persa, oddio, magari ho qualche problema fisico, una lieve pancia molle ma sono più seghe mentali quelle che mi faccio per il fisico che vere situazioni catastrofiche, mi sento vuota, senza me, senza il mio sito dove scrivevo e leggevo, senza il tempo per poter andare in studio a dipingere, vago senza meta in me stessa, cercando di incollarmi addosso quello che ero, penso al grumo di sangue che ho creato e a quanto lo ami, penso spesso anche all'altro grumo di sangue, creato e morto in utero, penso a quanto amo anche lui e a quanto mi dispiace che non sia esistito al di fuori di me, una lacuna insondabile, un enorme desiderio di sparire mi prende quando ci penso, ciò che più mi fa rabbia è il senso stronzo di chi si dimentica o di chi da per scontato che avendo un altro figlio il ricordo sepolto debba restare tale, che stupida bassezza e ignoranza, il pensiero resta sempre vivo e sveglio.
Mi piace starmene qua a scrivere è tanto che non lo faccio, lascio stralci di me sul taccuino, finalmente l'ho cambiato, non ero riuscita più a cambiarlo dalla morte del mio primo figlio e non sarei mai riuscita a finirlo se non come ho fatto, strappando quelle ultime cinque pagine che mi separavano dalla fine, chissà se è stato un gesto giusto, perchè quando lo vedevo, mi passava la voglia di scrivere sapendo che come prima poesia c'era quella scritta in ospedale, Chi Aspetterà, con cui ho vinto un premio poetico ed ora, quando vedo il quaderno nuovo, penso che non ho avuto il coraggio di finire il mio dolore, penso siano altre seghe mentali di una a cui le manca solo il tempo per concedersi qualche minuto di riflessione sarcastica e sofisticata, una donna a cui manca essere frivola nel concedersi momenti di magia, mi manca urlare alla Luna e so che posso farlo ancora, so che questo tempo è breve, è il tempo necessario ad un nuovo essere di potersi, in minima parte, arrangiare e devo solo portare pazienza e trovare per me minuti giornalieri che mi permettano di non sentire troppo la mia mancanza e così, di non accusare nessuno del mio sentirmi nulla.
venerdì 24 maggio 2013
giovedì 27 settembre 2012
Su mia madre..
Una sanguisuga direi, che s'attacca nel momento del bisogno per non morire e poi, lenta lenta darti il colpa di grazie quando meno te lo aspetti, tra capo e collo, lasciandoti con un pugno di mosche in mano e tanto ancora da imparare sulla fiducia, sui caratteri e sulla verità degli uomini.
Sembriamo tutti angeli agli occhi di chi per un momento si avvicina a noi, mentre dentro coviamo alter eghi nascosti e meno noti degli aspetti positivi che crediamo di possedere, forse, se avrebbe ascoltato davvero il suo cuore non avrebbe passato gli ultimi cinquant'anni a vivere così, in malo modo, ferendo e lasciando sanguinare le sue vittima, ma raccogliendo e asciugando le lacrime che ha fatto versare, ma la sua maschera è ormai talmente fitta che la goduria, la lussuria che prova a vedere soffrire è più forte del sentimento pacifico che alberga nel suo interno, diventerà come sua madre, vivendo sola, vecchia, in un appartamento comunale con qualche d'uno che le porta il cibo a casa, preriscaldato, vedendo l'unico figlio che gli è rimasto, che la cura per avere da lei qualche soldo, come lei sta facendo or ora con la sua, spillando linfa economica per far si che qualcuno si occupi di te e ti stia accanto.
Cani che si mordono la coda e sanguinano e si fottono fra di loro, miscelando le loro anime spente in un garbuglio osceno di vite che si ripeteranno, ma se tutto va bene, la cosa dovrebbe finire lì, se figli miei o di parenti non prendono il loro dna tutto sarà finito con loro tre, ma sarà una cosa lunga perchè mio fratello ha solo trenta quattro anni e la vita è lunga..
Leali Marusca.
venerdì 25 maggio 2012
CONTAGIO D'AMORE
mio adorato
contagio d'amore.
Dormi in piccoli
involucri carta,
come fiori
di loto,
a volare sull'acqua,
verde di stagno.
E quel colore assopito,
d'energico richiamo,
ti desta un attimo,
ad uscire
dal siero bianco,
per udire ciò che le mani
accarezzano.
Figura forte di donna,
che asciuga le tue lacrime
stanche,
pronta al dolce richiamo
di specchi,
che genetici, fotocopiano il viso..
lunedì 12 marzo 2012
mercoledì 31 agosto 2011
Bellissima scultura di pietra..
L'Anima limpida
nel suo essere liquida,
vaga nell'acqua di onde,
trasportando il ritmo fioco
del palpito che in gola
si spegne.
Concetto contorto di ossa,
che fuggono all'anima,
in paura fatica,
invidiando la liberazione
che trasporta lontano
dalle rive,
la piccola luce.
Ti vedrò calare
nelle ombre assolate,
chiamarti al chiarore del cielo
servirà a restare vicina,
mentre crescerà,
la vita,
lontana da te,
bellissima scultura di pietra.
Così vera, da galleggiare
fra il salto di pesci,
nel Lago di specchi
colmo del tuo Universo percorso.
Lasciandoci addosso,
la certezza delizia,
del vivere eterno.
Leali Marusca..
giovedì 18 agosto 2011
La macchina mangia pensieri..
Marusca Leali
giovedì 30 giugno 2011
Thank
mercoledì 29 giugno 2011
L'ANDATA..
Nessuna storia sarebbe stata degna di quella situazione ed io, come tutti con l'impotenza in mano, me ne sono stata seduta ad aspettare..
L'andata (Ovvero la stregua agonia e partenza di Luigi Diotti)
La morte è solo la finzione
di questa vita,
che lascia la sua Terra Balorda
entrando nel mare calmo
di nuove scoperte.
E' l'anima stanca
di aver già visto
che cede alla tentazione
di vedere altro,
così, percorre il lastricato
Oceano Pace,
abbracciato ai suoi perchè
e alla sua smania di respiro,
giocando con l'amica morte
alla prospettiva migliore,
affiatandosi, per il cammino desto,
che non allude a paura;
spinto solo,
dalla curiosa necessità,
di vivere ancora..
Leali Marusca..